Oscar Debiasi, classe 1977 biker, xc-skier, trail runner e runner
Ciao Oscar, puoi raccontarci come vivi queste 4 passioni così diverse tra loro?
Ciao! Una piccola precisazione: mi piace far tutto, ma non sono “fenomeno in niente” metto molta passione e impegno in tutto quello che faccio con l’unico obiettivo di raggiungere sempre il mio massimo. Quando mi dicono “ma tu lo sport lo vivi come un lavoro, come fai a divertirti?” Rispondo che mi diverto solo quando ottengo il massimo da quello che faccio. Una volta raggiunto il mio massimo, cerco sempre nuovi stimoli o mi avventuro in nuove discipline.
Sei anche un appassionato di gare, come sono state le tue esperienze di gara nelle varie discipline?
Quando dico che faccio quasi tutto, intendo che negli anni ho preparato e affrontato competizioni più o meno difficili in diverse discipline. La gara da sempre mi dà i giusti stimoli per allenarmi e migliorare sia nella tecnica che nel fisico, mi allenerei lo stesso anche se non facessi gare ma non è la stessa cosa, la gara mi dà quel qualcosa in più che mi fa alzare dal divano, che mi fa spingere fino all’ultimo metro che mi da la carica subito dopo aver finito un allenamento estenuante. Insomma non è fondamentale ma è di grande aiuto.
Cosa significa per te affrontare una gara?
Penso che l’ uomo ha insito nella propria natura la voglia di competere e primeggiare. La famosa frase di De Coubertin “L’importante non è vincere, ma partecipare” secondo me non ci appartiene, credo che ognuno di noi quando partecipa ad una competizione, ha come obiettivo quello di fare il meglio possibile, di primeggiare sugli altri ma soprattutto su sé stesso. Non vorrei sembrare blasfemo e provocatorio non è il mio intento. Credo anzi che la giusta competizione e la giusta voglia di “primeggiare” sia un giusto approccio al miglioramento personale e uno stimolo per tutti, o per lo meno è così per me!
Come ti vivi la competizione?
: Che si tratti della gara di paese, del kom su strava, o del tentativo del personal best su qualche distanza ufficiale, quando siamo in competizione, si va con il coltello tra i denti e si dà sempre il massimo. La passeggiata la facciamo la domenica con la famiglia.
Io quando decido di preparare un obiettivo, mi affido sempre ad un preparatore atletico. Il preparatore atletico permette a noi AMATORI di organizzare il tempo e gli allenamenti, in modo da arrivare all’appuntamento al massimo delle nostre possibilità; ovviamente più tempo e impegno dedichiamo, migliore sarà il risultato. In gara non si inventa niente.
Quali sono state per te le gare più importanti, quelle di cui hai i ricordi più belli e significativi?
Di gare ne ho fatte molte queste sono quelle che mi hanno lasciato un ricordo importante per molti aspetti, dal risultato all’esperienza alla crescita personale.
MTB su tutte 2 volte il Sellaronda Hero 85 km 4.000 metri di dislivello poi la ronda estrema del bike festival di Riva del Garda, il circuito Mtb Trentino, la 6 ore di Dro in solitaria (e molte altre n.d.r.).
Sci di fondo, soprattutto in età giovanile, con un bellissimo ricordo e traguardo di un titolo Italiano a staffetta ai campionati italiani Studenteschi di Pinzolo nel 1994. Nel 2019 dopo 25 anni ho voluto riprovare a fare una gara e in Bondone ho partecipato ala Viote Ski Marathon di 15km a Skating (6 assoluto -3 categoria) e nel 2021 ho fatto la mia prima Marcialonga (70 km Tecnica Classica)
Skialp, provato qualche competizione nel 2016, per lo più gare notturne e una in ambiente nel favoloso Brenta
Skyrunning: fatto più volte la Ledro skyrace (miglior tempo nel 2019 in 2 ore 23)
Trail running: fatto 2 volte la Gardatrentinotrail da 45 km (6° nel 2018; 7° nel 2019)
Wintertriathlon (corsa-MTB-sci fondo): 2021 secondo posto M1 ai Campionati Italiani di Asiago
E la tua mezza maratona? Quando hai deciso di allenarti per questa gara?
Nel 2019 dopo aver fatto diverse gare più che altro di trail, presi la decisione di affrontare per la prima volta la mezza maratona per vedere che tempo riuscivo a fare. Sentivo sempre tutti i colleghi Runner che quando si confrontavano usare come termine di paragone il tempo sulla mezza maratona. Bene pensai, ho 42 anni e direi che è meglio sbrigarsi a fare anch’io il personale su questa distanza; gli anni buoni non saranno ancora poi molti per farlo.
Come consuetudine quindi mi affido al preparatore atletico; vado in studio gli dico che vorrei fare la mezza sotto 1 ora e 20 minuti.
Facciamo il test, mi guarda e mi dice “va bene anche 1.19.59 vero? Lo guardo un po’ perplesso e penso ma è andato così male il test? Cosa voleva dire ti accontenti? Che non vado abbastanza forte per ambire a quel tempo?
Quindi diciamo che la tua partenza è stata tutta in salita. Come è stato prepararsi all’allenamento fisicamente e psicologicamente?
Il risultato non mi ha demoralizzato così tanto, nel mio sapevo che l’avevo affrontato in un periodo in cui ero veramente a terra come preparazione, quindi presi le tabelle del programma e ho iniziato come al solito ad allenarmi. Testa bassa e pedalare (correre n.d.r.), consapevole che meglio di 1.20.00 potevo fare.
Siamo a inizio settembre e la gara è la prima settimana di novembre; 2 mesi con 6 allenamenti settimanali. Programma impegnativo per chi deve lavorare tutto il giorno e ha una famiglia. Se si sacrifica il superfluo, si può conciliare l’allenamento con tutto il resto, è impegnativo ma con la giusta motivazione e il giusto programma ci si riesce. È soprattutto la motivazione che fa la differenza e influenzerà poi il risultato finale.
Gli allenamenti prevedevano sedute che spaziavano dalle ripetute brevi in piano piuttosto che in salita, allenamenti sui cambi di ritmo, allenamenti sui lunghi lenti. Uscivo tutti i giorni previsti in tabella, guai saltarne una, sole, vento, pioggia, buio, poca voglia, non sgarravo; ma io sono fatto così! Chi mi conosce mi definisce sotto certi aspetti un soldatino. Se c’è una cosa da fare, la faccio senza sé senza ma perché poi so che la fatica verrà premiata.
Raccontaci della gara, quali sono state le tue sensazioni prima e durante?
In linea di partenza decido di non portare il cardio, non voglio avere distrazioni e ragionamenti, sarà una gara ALL IN; o faccio il tempone o salto. Nessuna tattica, le gambe andranno come devono la testa e il cuore ne sono sicuro faranno il resto.
L’ adrenalina è altissima, 4.000 partenti, pronti via; parto subito a bomba, voglio tirarmi fuori dal traffico e cercarmi un trenino che faccia un buon ritmo. La partenza è ben in leggera discesa, ma guardando l’orologio al suono del primo chilometro leggo 3.20 sto bene e non me ne accorgo, ma dentro di me penso, meglio calmarsi un attimo se no veramente a metà gara faccio “na paca colossale”.
Ma niente, sto troppo bene mi faccio guidare dalle gambe e dal cuore; al 5 km la media è sempre stratosferica 3.27 al km senza accusare fatica; ho trovato 3 compagni di gara che corrono al mio ritmo, mi metto in coda e mi faccio tirare; la media si abbassa leggermente, ci assestiamo a circa 3.31-3.33 al km, ritmo pazzesco, lo tenevo forse sui test dei 10.000. Al giro di boa sto ancora bene e so che la seconda metà di gara sarà in leggera discesa, prendo le redini del gruppetto che mi sembrava rallentare un po’ è dal 12 al 17 km e inizio a menare io là davanti: ERRORE!!!!
Gli altri si stavano gestendo, io questa sfuriata poi la pagherò gli ultimi km perdendo la ruota dei compagni di avventura. Dal 18 km in poi il percorso diventa un po’ più nervoso, sono rimasto da solo e la benzina è finita; ma so di avere una testa cocciuta e non si molla niente!!! sto correndo al limite, ma il traguardo ormai è lì, la gente sul percorso da quella spinta in più che serve. Arrivo al rettilineo finale vedo il cronometro che segna 1.14.40 NON CI CREDO! Ma che tempo sto facendo? Raschio il fondo del barile, ho l’ acido lattico che mi esce dalle orecchie ormai, ma voglio superare la linea del traguardo senza vedere 1.15.00 e non so neanche io come, ma faccio uno scatto da centometrista. DAI DAI DAI! niente da fare non ce la faccio:
E dopo?
Soddisfattissimo! Penso che questa gara me la ricorderò a lungo.
Ma non ci si ferma: Next step preparare la REGINA: la maratona!! A dire il vero avevo già iniziato a prepararne una a inizio 2020, ma poi il covid ha bloccato tutto a un mese dall’evento. Quindi adesso non mi faccio più fregare; perché farsi il mazzo per 3 mesi (100 km a settimane con lunghi ogni sabato di 30 km) per niente è veramente una cosa che non voglio ripetere. Quindi finchè non ci sono certezze, conservo energie e motivazioni.
Quali sono i tuoi consigli per affrontare al meglio una corsa come la mezza maratona?
Il consiglio che mi sento di dare è quello di programmare con cognizione di causa gli allenamenti e se non si ha esperienza e non si conosce il proprio “motore” di affidarsi a un preparatore atletico; credetemi spendete pochi euro per un allenatore piuttosto che per le scarpe in carbonio. Altra cosa che consiglio, soprattutto per gestire adrenalina emotività o imprevisti è quella di fare qualche gara di avvicinamento, stando attenti a non esagerare nel periodo vicino alla gara che ci interessa.
Quale pensi sia il segreto per riuscire a fare una gara al massimo delle proprie potenzialità?
Penso che questa formula possa racchiudere una buona base di partenza: TALENTO X ALLENAMENTO X SACRIFICIO = RISULTATO
Ricordi a memoria i numeri della tua gara?
Non potrei mai dimenticarli: Crono finale 1.15.01 Real time 1.14.59 24esimo su 4.000
Buone corse a tutti!